venerdì 14 febbraio 2014

ZIA INES - Loano



Ristorante Zia Ines
Campo Cadorna, 17025 Loano Savona
019 668355

Questa recensione risale allo scorso anno, ma la cucina è davvero valida, per cui credo valga la pena di pubblicarla.
Gita fuori porta pre-ferie. Con quattro colleghi si decide di trascorrere una giornata in Riviera. Consultate le recensioni di locali siti nel Ponente ligure, la scelta cade su questo piccolo ristorante di Loano, paesone esteticamente poco interessante, ove ci dirigiamo con l’aspettativa di gustare qualche buon piatto di pesce. Le telefonate al numero fisso del locale, al fine di prenotare, risulteranno vane: nessuno risponde. Così una volta giunti davanti al ristorante, verso mezzogiorno, tra i vari avvisi diretti agli avventori scorgo anche un cartello con il numero di cellulare del proprietario Bruno, che, contattato sul portatile, mi avvisa che “sta facendo la spesa”: prenotiamo per le h. 13. Davanti al locale c’è un parcheggio con disco-orario con buona disponibilità di posti, quantomeno fuori dalle ore di punta. Dicevo dei cartelli esposti all’entrata di Zia Ines.... uno in particolare mi colpisce, giacché recita più o meno così: “chi è alla ricerca di spaghetti con le vongole o fritto misto del golfo è pregato di rivolgersi altrove: qui si serve solo pesce pescato fresco”. Il proprietario, Bruno, è sostanzialmente un material d’un pazzo. Si tratta di un personaggio istrionico, burbero, invadente e decisamente folle, che instaura con gli avventori (nell’occasione solo noi, praticamente) un rapporto confidenziale, caratterizzato da insulti (bonari, almeno credo), prese in giro, urla dalla cucina e così via. Dopo aver cucinato, questo Bruno trascorrerà buona parte del pranzo seduto al tavolo con noi e ci racconterà pressoché tutta la sua vita. La cucina: solo materie freschissime, solo cibi di stagione, nessuna concessione alla raffinatezza, al servizio ed all’estetica. In effetti il locale è piuttosto rustico: un’unica sala piccolina con circa venti/venticinque posti, un ambiente volutamente grezzo, con casse di vino accatastate tra i tavoli, i bicchieri al nostro tavolo del tutto diversi uno dall’altro. Come già detto sopra, il proprietario trascorrerà il lungo pranzo (circa tre ora) al tavolo con noi, fumando le sue sigarette e sproloquiando del più e del meno. Un personaggio clamoroso. Ma ne vale la pena. Veniamo ora alla descrizione del pranzo. Innanzitutto non c’è menu: si paga a prezzo fisso ed il proprietario serve quello che di fresco (e pescato) ha trovato al mercato e sul momento ha cucinato per gli avventori. Non c’è pane né grissini: inutile chiederli, vi verrà risposto picche. Lo Chef ci offre due mini terrine di burro e acciughe, da spalmare con qualche piccolo trancio di galletta: omaggio molto semplice, ma saporito. Ed ecco i piatti che Bruno ci prepara e vengono serviti al nostro tavolo: mousse di mormora su riso basmati (originale, interessante); insalata di totani e cozze con panissa (un piatto, come il precedente, particolare, in quanto costituito da un accostamento inconsueto, comunque accolto positivamente); cappon magro rivisitato (probabilmente, con il successivo, il piatto migliore della giornata: saporito, ben equilibrato, fresco; davvero eccellente); frittata di zucchine trombette e gamberi (ottima davvero); acciughe fritte alla Renata (buone, anche se forse troppo unte); moscardini affogati al vino Pigato (buoni ma ordinari); totani ripieni (classici); carpaccio di ricciola con aceto balsamico (ottimo, freschissimo e delicato); tagliolini con aglio, olio, peperonicino, pangrattato e gamberi di Imperia (benché sazi, questo piatto è risultato graditissimo a tutti i commensali: perfetta la cottura dei taglioni, freschissimi ovviamente i gamberi, non troppo invasivi l’aglio ed il peperoncino); per finire, il dessert, un’ottima torta al cioccolato con crema alla vaniglia. Tento di bere ancora un po’ di acqua ma non posso, perché nel mio bicchiere il proprietario ci ha spento un paio di sigarette. Bruno ci offre qualche bicchierino di liquore (posando sul tavolo una bottiglia di Grappa ed una di Armagnac) e dopo il caffè ci congediamo, poiché nel frattempo si è fatto davvero tardi. Il conto è complessivamente pari ad € 280,00, ovvero € 56,00 per persona. In breve, mi sento di consigliare il ristorante Zia Ines a coloro che vogliono gustare una buona cucina di pesce fresco, assaporando pietanze ed accostamenti diversi dai soliti. La freschezza è garantita, il conto è onesto. Mettete in preventivo che, se il ristorante è vuoto come capitato a noi, probabilmente Bruno passerà parecchio tempo al tavolo con voi, il che alla lunga potrebbe risultare pesante se siete alla ricerca di un po’ di riservatezza, mentre sarà divertente se avrete in programma una serata all’insegna della goliardia e dell’allegria. Fate vobis.

mercoledì 12 febbraio 2014

HAM HOLY BURGER - Milano



Ham Holy Burger
Via Palermo 15, 20121 Milano, Italia
Tel. 02875510
http://www.hamholyburger.com/home.htm

Ormai non si contano più i locali di nuova apertura che propongono hamburger quale piatto principe della cucina. Vedremo quando passerà questa ennesima moda italica. Per intanto vi dico che abbiamo provato questo locale – che in effetti c’è già da un po’ – un sabato sera di fine dicembre. La valutazione complessiva è sufficiente, senza risultare né troppo negativa e neppure troppo esaltante. La carne è effettivamente buona e gli hamburger sono di qualità superiore alla media, così come le "fries gourmet", patate a spicchi ben cotte e saporite. E' interessante anche la possibilità di ordinare e di aggiungere o togliere ingredienti al piatto proposto con un semplice "click" sull'ipad fornito ad ogni tavolo. Il servizio è rapido. Presenza femminile nella media milanese, per cui positiva.  Aspetti poco piacevoli: costo della cena (eccessivo), affollamento del locale e infine la (nemmeno troppo velata) insistenza con la quale i camerieri ti inducono a lasciare il tavolo appena terminata la cena, per fare spazio ad altre persone che stazionano nell'ingresso in attesa che si liberi un posto. Insomma, va bene il doppio turno, ma non esiste proprio che non si possa chiacchierare qualche minuto in santa pace prima di andarsene.
L’hamburger è valido, ma tutto sommato non credo ci tornerò. Voi ragionateci su.

martedì 11 febbraio 2014

GUSTO GOURMET - Siracusa

Gusto Gourmet Store
Via Tirso 1
96100 Siracusa
www.gustogourmetstore.it
Aperto tutti i giorni dalle 8,30 alle 20,30
Domenica dalle 9,30 alle 13,30

Siamo stati gentilmente ospitati dai proprietari che ci presentano tutto il locale (dipendenti compresi), il quale ricorda molto un piccolo Eataly; infatti la prima parte e' composta da un vero e proprio supermercato di alto livello dove intorno agli scaffali ci si può sedere per un pranzo. Ortofrutta e carne la fanno da padroni ma non mancano pasta, sughi, conserve, formaggi, dolci ....
Nella parte superiore troviamo una fornita cantina di vini (bianchi, rossi, rose' e chiaramente bolle nostrane e francesi) e il Gourmet Bistro' dove ci fermiamo a pranzo.
Mozzarella di bufala con prosciutto crudo, arancini siciliani e spaghetti di gragnano alla carbonara, tutto semplicemente ottimo.
Lo consiglio vivamente a chi si trovasse in questa città' siciliana.



 

BIG WINDOW - Berlino

Big Window
Joachim-Friedrichstrasse 49
10115 Berlino
www.big-window.de


Questo ristorante armeno si trova nella quartiere Charlottenburg di Berlino, non chiedetemi perché ho accettato di andarci ma alla fine la scelta azzardata si è' rivelata positiva.
Il locale non è' molto grande, 25 coperti al massimo, piuttosto intimo e quindi adeguato per un tavolo di 5 uomini. La carne e' la specialità e vista l'esperienza precendente nel locale di un mio commensale decidiamo di affidarci al proprietario , un pazzo fuori di testa, infatti parte in quarta e comincia a portarci piatti a base di carne con un leggero contorno di verdure per onorare i presenti al tavolo.
Nota incredibile e' la presenza di 2 donne molto carine , probabilmente di buona famiglia, che secondo me si trovavano lì per caso ma che alla casella figa mi fanno inserire presente.
Nel complesso un 7 e mezzo, provatelo se venite matti per la carne.

KAVARNA SLAVIA CAFE - Praga

Cafe Slavia
Smetanovo nabrezi 1012/2
Praga 1
11000
www.cafeslavia.cz

Una breve recensione ma che merita di essere inserita per chi avrà il piacere di trascorrere qualche giorno a Praga.
Questo è' il bar storico di Praga, a detta di alcuni praghesi, dove da sempre si riuniscono i veri abitanti della città per un caffè, una birra, un piatto a pranzo o uno spuntino.
Si trova ad un centinaio di metri dal Ponte Carlo proprio affacciato sul fiume Vltava.
Io ho optato per una merenda : birra e cotto di Praga...scontato ma valido.

TAVERNA DEL MARINAIO - Santa Margherita Ligure

Taverna del marinaio
Via Pescino 13, 16038 Santa Margherita Ligure
non so se e quando chiude




Questo ristorante ha aperto a Santa Margherita Ligure nel periodo di Natale del 2013, quindi proprio fresco fresco, al posto di un bar classico da turisti di crociera che faceva venire la tristezza solo a passarci davanti; la posizione e' ottima, sul lungomare di Santa, a fianco  allo Spinnaker di Pippi di cui prima o poi farò' la recensione.
I proprietari sono gli stessi della Taverna del marinaio di Portofino, ristorante storico di cui quando avrò' voglia ne farò la recensione.
Presentazione del locale quindi ottima , accoglienza idem.
Antipasti di pesce crudo, polipo con patate, misto di mare; come primo ho preso un tagliolino fatto in casa con sugo di triglia che era una meraviglia, un branzino alla ligure ed un tiramisu'.
Sinceramente Santa offre diversi ristoranti dotati di ottima cucina, ma questo merita sicuramente per la posizione, in estate il dehor sul lungomare vale almeno una puntata.
Molto carino anche il bar all interno.
Da provare!

lunedì 10 febbraio 2014

OSTERIA DER BELLI - Roma



Osteria Der Belli,
Piazza di Sant'Apollonia, 11,
00153 Roma
Tel:
06 580 3782


Viaggio di piacere in quel di Roma. Siamo in tre e, appurato che la maggior parte dei locali inizialmente prescelti rimane chiusi la domenica, optiamo per questa osteria sarda di Trastevere, che già era stata testata positivamente da uno di noi.
Prenotazione per le h. 13, ma in realtà non ve ne sarebbe bisogno perchè il ristorante a quell’ora è ancora semi-vuoto (le abitudini romane, si sa, sono molto diverse da quelle del nord...): si riempirà successivamente. L’Osteria Der Belli è sita nel bel mezzo di Trastevere, in un contorno davvero bello e pittoresco, di fronte alla chiesa di S. Apollonia. Lo stile del locale è rustico, con le classiche tovaglie da osteria ed un servizio celere. Veniamo fatti accomodare ad un tavolo sito all’esterno e possiamo ammirare il continuo via vai dei turisti che però risulta a debita distanza e non infastidisce per nulla. Insomma, la location è decisamente valida. Il ristorante propone molte specialità sarde, ma anche alcune della tradizione romanesca. Ordiniamo una bottiglia di bianco, che verrà in seguito raddoppiata. Partiamo con un abbondante antipasto di pesce per tre, composto da carpaccio di polpo (nella norma), sautè di cozze (buone), gamberi e scampi crudi (entrambi ottimi e freschi), alici impanate e alici marinate (entrambe ben fatte), poi, su nostra richiesta, il classico purè rosso, piccantino. Come primi i miei commensali scelgono due piatti di spaghetti con alici, pomodorini e pecorino (molto gradevoli) mentre io, suscitando la perplessità del cameriere (che si trattiene a stento dal mandarmi a cacare), opto per un piatto di spaghetti alla carbonara. Mi rendo conto che l’abbinata pesce + carbonara possa apparire una vaccata pazzesca e forse lo è. Ma io a Roma non so resistere a certi richiami.... Gli spaghetti sono deliziosi, ben cremosi e il guanciale croccante e saporito. Anche un mago della carbonara come il Cotone avrebbe da imparare. A questo punto, già in evidente stato di alterazione derivante dal vino e per rimanere in tema di “ognuno magna quello che je pare” ordiniamo anche un piatto di abbacchio allo scottadito, che divideremo in tre. Ebbene, debbo dire che l’abbacchio è migliore rispetto a quello da me assaggiato in altri ristoranti ben più rinomati in Roma. Un ottimo piatto davvero, che consumiamo voracemente (nonostante il cibo sino ad allora ingurgitato). Accompagniamo l’agnello con tre bicchieri di rosso della casa. Concludiamo con un tiramisù fatto in casa, apprezzabile e tre bicchieri di Mirto. Purtroppo il cameriere non ci lascia la bottiglia sulla tavola (come invece notiamo avere fatto per i  clienti seduti innanzi a noi), forse perché si rende conto che il liquore da noi avrebbe fatto una prematura ed inevitabile fine. Il conto è piuttosto salato: 58 € a testa, determinato principalmente dal  vino (25 € la bottiglia) e dal pesce. In buona sostanza, per certi versi potrei dire che in un posto così l’inculata è dietro l’angolo, ma devo ammettere che abbiamo mangiato piuttosto bene, benché si tratti di un locale in zona altamente turistica. Sul rapporto qualità/prezzo la politica del sito mi impedisce di esprimere giudizi, ma credo che i lettori siano in grado di fare serenamente i loro ragionamenti.

mercoledì 5 febbraio 2014

BERIMBAU - Milano



Ristorante Brasiliano Berimbau
Via Marghera, 43, 20149 Milano
Tel. 02 498 7550


E’ sabato sera, sono a Milano con Giuseppe e ci stiamo gustando un aperitivo al Roialto, uno storico locale di via Piero della Francesca, la cui fama è oggi un po’ decaduta: il locale è mezzo vuoto. Nonostante ciò la presenza femminile è visivamente piacevole e di rilievo. Comunque sia decidiamo, lì per lì di milanesizzarci anche per cena. Dobbiamo scegliere dove andare. Giuseppe tergiversa con il suo solito “adesso vediamo” e io, per non saper né leggere né scrivere estraggo la mia sgualcita agendina cartacea sulla quale ho riportato indirizzi e numeri di alcuni ristoranti già sperimentati o da provare.
Perché non godersi un po’ di sana cucina tradizionale regionale? E così sia. Telefono al “T-Garba”, cucina toscana. Stranamente non risponde nessuno e così sarà quando riproveremo successivamente. Probabilmente è chiuso da anni. Pazienza. Riproviamo con la cucina pugliese ed allora chiamo “Il Trullo”: il telefono da uno strano segnale, come di numero inesistente. Niente da fare. Comincio a sconfortarmi ma non demordo. Ci rimbalzano, nell’ordine, il friulano (“Sauris”), il piacentino (“Se… poi… quando”), il sardo (“Baia Chia”) e pure “Al Padellone” di via Baldinucci ci da picche, tutti o perché già al completo oppure perché un tavolo si libererebbe dalle 22 in poi. Alla faccia del cazzo della crisi…. In preda ad un principio di crisi isterica, decidiamo di accantonare la cucina regionale e virare verso l’etnico. Telefono quindi al brasiliano Berimbau e qui mi rispondono che si, non c’è problema, ci attendono per le 21. Alleluia.
La probabilità di trovare parcheggio non a pagamento e non in violazione del codice della strada, di sabato sera, in via Marghera o dintorni è alquanto limitata. Dopo un paio di giri a vuoto ci infiliamo in un parking a pagamento nei dintorni (9 € per un’ora e mezza….) e ci dirigiamo verso il Berimbau.
Inaspettatamente, il locale è praticamente vuoto: qualche tavolo occupato nella sala all’ingresso e nulla di più. Forse la cucina brasiliana non è più di moda come una volta. L’arredamento è carino, vivaci colori gialli alle pareti. Ai tavoli (ben distanziati tra loro… ma d’altronde non c’è quasi nessuno…) tovaglie pure gialle, come i tovaglioli, appoggiati su piatti decorati con il nome del locale; sedie larghe e comode. Il personale che si occupa di noi, cortese ed amichevole ma molto frettoloso – come in tutti i locali brasiliani, chissà perché? – è di origine sudamericana. Il gestore, o quantomeno il signore che si occupa della cassa, è invece cinese, tanto per cambiare.
Ci facciamo portare un paio di margarita frozen alla fragola, di cui faremo poi il bis, sostanzialmente pasteggiando con questo drink non esattamente brasiliano, ma francamente ce ne freghiamo. Il primo cocktail è piuttosto leggero, mentre il secondo sarà ben più alcolico e si farà sentire.
Il cameriere ci porta in tavola un piattino con alcuni appetizer abbastanza gustosi: un paio di mini polpettine al formaggio, altre due molto speziate e due piccole pagnottine gialle, dal contenuto indefinito ma piacevole
Considerato che normalmente al ristorante brasiliano tentano di rimpinzarti di antipasti che ti fanno pure strapagare, decidiamo di saltare a piè pari i pur invitanti piatti esposti (noto, tra gli altri, frittatine, formaggi, insalate e verdure miste) e chiediamo di partire subito con il churrasco.
Come accompagnamento della carne vengono recate in tavola alcune ciotole contenenti patate fritte, polentine pure fritte, riso bianco, feijoada, banana fritta e anelli di cipolla, più una salsina alle verdure e una scodellina con un simil pan grattato speziato.
Con la solita speditezza arrivano gli spiedi e, come da consuetudine, i primi sono quelli delle carni meno pregiate: pollo, salsiccia, prosciutto arrosto, costine di maiale. Poi arrivano anche l’agnello e soprattutto, la picanha, deliziosa e di cui farò un bis più tardi, il controfiletto, lo scamone, il filetto e poi ancora un filetto all’origano, molto particolare.
Finiamo, esausti dal cibo ingurgitato oltretutto a velocità elevata, con il classico ananas allo spiedo. Debbo dire che complessivamente la qualità della carne, senza essere strabiliante, è soddisfacente ed è migliore rispetto a quella di un altro noto ristorante brasiliano di piazzale Lotto, sicuramente più frequentato e modaiolo, ma ormai decaduto quanto a qualità e soprattutto a rapporto q/p.
Il conto è pari ad € 104,00 complessivi, ovvero ad € 52,00 cadauno. Non è esattamente conveniente, anche considerato che non abbiamo preso né antipasto né dessert, ma effettivamente abbiamo consumato quattro cocktail, oltre al churrasco. Secondo me si può trovare di meglio. Voi fate pure i vostri ragionamenti.