venerdì 31 gennaio 2014

UNICO RESTAURANT - Milano

UNICO RESTAURANT
Via Achille Papa,30
20149 Milano
Tel. 02-39261025
Orari
lun-ven 12.00-15.00 19.30-23.00
dom      12.00-16.00 (per il brunch) 19.30-00.30
chiusura: sabato a mezzogiorno
www.unicorestaurant.it


Il ristorante di Fabio Baldassarre aperto da circa tre anni é sito al ventesimo piano di un grattacielo di recente costruzione che sorge nelle vicinanze di viale Certosa. Un po' fuori mano ma la sky line milanese di cui si gode ed il locale super vetrato e dal design moderno con cucina a vista, valgono sicuramente il viaggio .
L'accueil è degno di un ristorante pluristellato e la frequentazione (ci sono stato venerdì sera 31/01/14)  era mediamente giovane con tavolate e coppie abbastanza 'tirate'  .
Menù degustazioni a 6, 8 e 12 portate e menù alla carte ampio e con piatti creativi ed innovativi ;
Abbiamo preso tre piatti a testa perché, essendoci già stati sapevamo che le porzioni non erano eccessive e che avremmo quindi potuto degustare diversi piatti .
Carta dei vini ampia e ricercata con una bella presenza di bollicine .
Iniziamo con un carpaccio di pesce con agrumi assolutamente  delizioso ed una tartara di fassona anch'essa degna di nota.
Il mio primo (un fusillo in guazzetto di pesce e molluschi con ceci) senza alcun ombra di dubbio il miglior piatto della serata : altissimo livello.
Un po' sotto tono delle lasagnette con polpette di agnello leggermente insipide e non degne di nota.
Il secondo ha invertito un po' le parti ; il mio rognone con spuma di birra senza infamia e senza lode (nonostante la spuma di birra avesse l'intenzione di stemperare il grasso del rognone il risultato non era eccezionale). Il  brasato cotto a bassa temperatura per 36 ore ha invece stupito per qualità della materia prima e tenerezza .
Due dolci invece non strepitosi ; un sorbetto al sedano un po' forzato come gusti ed una rivisitazione della creme brûlé fredda e non di nostro gusto.
Servizio attento (non attentissimo) e personale preparato .
Il  ristorante e lo chef hanno enormi potenzialità ma secondo me presentano troppi alti e bassi : si può ancora migliorare !

mercoledì 29 gennaio 2014

PASTA MADRE - Milano


PASTA MADRE
Via Bernardino Corio,8
20135 Milano
Tel. 02-55190020


Questo piccolo ristorante si trova in via Bernardino Corio, nella zona di Porta Romana, ricca di locali e molto frequentata nei fine settimana. Difficile trovare posteggio in strada nelle vicinanze del ristorante, se non per un clamoroso colpo di culo che noi non abbiamo, per cui senza indugio ci rifugiamo in un parking a pagamento nella vicina via Papi (Nb il parking costa una discreta schioppettata).
Siamo in sei ed abbiamo prenotato con un certo margine di anticipo (sette/otto giorni) giacché da Pasta Madre non è così semplice trovare un tavolo, tanto più per un numero di commensali quali il nostro.
Ci accomodiamo, assistiti da un tizio piuttosto gentile che ci seguirà – unitamente ad altri due – per tutta la serata. Non so se si tratti dei proprietari (sono tutti in abiti “civili”), in ogni caso si mostreranno disponibili, simpatici e professionali.
Il servizio non è velocissimo, a dire il vero, ma a noi sta bene così, in quanto vogliamo trascorrere l’intera serata qui, cazzeggiando e chiacchierando del più e del meno. Così sarà, poiché nessuno ci mette fretta e godiamo della cena e del dopo cena con il giusto relax.
Il locale dispone, approssimativamente di una trentina di coperti; l’arredamento è prevalentemente in legno, carino ed elegante. Molto bello, in particolare, il reparto bancone-cassa; il soffitto è composto da tubolari in cartone. Tavoli quadrati ed eleganti, tovaglie bianche, stoviglieria classica e sedie, ahimè, decisamente troppo strette.
Chi ha il culone grosso ha senz’altro dei problemi a star seduto qui per tutta la sera.
La filosofia del locale è impostata su una cucina prevalentemente mediterranea (siciliana, più che altro) e, come suggerisce anche il nome stesso del ristorante, sull’uso di prodotti biologici, o meglio, naturali. Normalmente queste robe da gastro-fighetti modaioli mi stanno fortemente sulle palle, ma se il cibo è buono, perché non provare? Tra l’altro, la pasta fresca viene preparata giornalmente dal laboratorio annesso, così come i (deliziosi) prodotti di pasticceria.
Veniamo alle ordinazioni.
Accompagniamo la cena con due bottiglie di una bevanda alcoolica ottenuta dalla fermentazione del frutto della vite, di cui però, per regolamento, non posso dire di più. Le ragazze preferiscono iniziare con un paio di bicchieri di quell’altra bevanda alcoolica, solitamente di colore giallo, prodotta grazie alla fermentazione di quel cereale denominato malto.
Tutti scegliamo due portate principali (oltre al successivo dessert), chi antipasto e primo, chi antipasto e secondo e chi, come il sottoscritto, un primo ed un secondo. Personalmente, con la scusa che devo recensire il locale, assaggio un po’ tutti i piatti.
Gli antipasti sono due insalate di carciofi crudi con gamberi rossi di Mazara e crusco croccante di Senise, un’insalata di puntarelle e alici e due sformati di ricotta fresca con cime di rapa. Sicuramente da segnalare, tra i suddetti antipasti, le insalate con i gamberi, freschissimi e dal sapore eccellente.
Come primo scegliamo (in quattro) gli spaghettoni con sarde alla palermitana, che si rivelano davvero ottimi: perfetta la cottura della pasta, eccellente l’amalgama con il sugo, composto anche da pinoli, uvetta e pane grattato. Non avevo mai assaggiato questo piatto e debbo dire che l’ho trovato davvero molto interessante e ben fatto.
I secondi sono un piatto di sardine in saor (buone) e due di polpette di baccalà, con un’insalata di arance e finocchi. Le polpette sono molto buone: ben croccanti e dorate esternamente, morbide e saporite internamente. L’insalatina avrebbe bisogno di un po’ di condimento in più.
Concludiamo con il dessert (cinque su sei). Ci viene comunicato, purtroppo, che alcune portate non sono più disponibili, per cui ci orientiamo sulla millefoglie classica e un crumble di mele con gelato alla cannella. Il millefoglie, con i lamponi, è buonissimo: fresco, profumato, davvero ben fatto.
In due accompagniamo il dolce con un bicchierino di un’altra bevanda alcoolica, ottenuta sempre dal frutto della vite, però appassito. Tanto vi basti.
Dopo i caffè ci dilunghiamo nelle chiacchiere per qualche minuto ancora e si fa davvero tardi; nel frattempo il ristorante ha pressoché completato il doppio turno e noi siamo gli unici ospiti presenti sin dall’inizio della serata. Chiediamo il conto, che ammonta complessivamente ad € 278,00, ovvero circa € 46,00 cadauno. Non posso dire se per me è troppo o poco, oppure giusto. Fate come sempre i vostri ragionamenti. A me personalmente il locale è piaciuto, anche se ho saputo di altri che hanno imbroccato forse una serata storta dello chef. 

D'O - Cornaredo (MI)


D'O
Via Magenta 18
20010 San Pietro all'Olmo
Cornaredo - Milano - Italy
Per prenotazioni: tel. +39 02 9362209 dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 18.30 alle ore 20.00. Domenica e lunedì chiuso.
Non si accettano carte di credito e bancomat. 
Dal 1° dicembre sono aperte le prenotazioni per aprile, maggio, giugno e luglio.
sito internet: www.cucinapop.do
            
Partiamo subito dalla vera nota stonata di un pranzo a casa dello Chef Oldani: la prenotazione. La prima volta che abbiamo tentato di riservare un tavolo sapevamo dei lunghissimi tempi d’attesa ma non ci aspettavamo che anche per il pranzo avremmo dovuto attendere addirittura sei mesi. Ancora più spiacevole (anzi, ci ha fatto davvero incazzare) è stato avere appurato che una nostra cara conoscente, che normalmente prenota una volta per l’altra ogni volta che si trova a desinare al D’O, aveva non si sa come ottenuto un tavolo un mese prima di noi pur avendo prenotato un mese dopo di noi. Misteri della fede. Ne deduco che l’assegnazione del giorno dipenda forse da una scelta strategica, forse da una mossa di marketing o forse dalla fortuna. O forse semplicemente dipende dal fatto che “fa molto figo” poter dire che c’è una lista d’attesa di sei mesi, anche per pranzo. E’ necessario confermare almeno una settimana prima e solo in certi orari, sperando di trovare libero (il che capita raramente).

Dopo tutta questa agognata trafila (che manco al KGB dei tempi d’oro erano così pignoli)  veniamo a ciò che più interessa, ovvero la descrizione della nostra giornata al D’O. Siamo in due, io e Carolina e ci presentiamo puntuali alle 12,30 come richiestoci (anche qui ci sarebbe da ridire…). Con noi entrano praticamente tutti gli altri commensali. Veniamo accolti da Chef Oldani in persona, che raccoglie i nostri cappotti, ed accompagnati al tavolo che si trova in una delle due salette, quella di destra, che compongono il locale. L’ambiente non è per niente chiccoso né elegante. Peraltro siamo a Cornaredo e non in centro a Milano, per cui non è un posto di tendenza: chi viene qui lo fa per provare una cucina stellata ad un prezzo ragionevole, non per figheggiare. Non vi è nulla di troppo ricercato nell’arredamento e nell’allestimento dei tavoli. L’ambiente è comunque piacevole e caldo, anche grazie ai colori tenui delle tovaglie e delle pareti. Ci sentiamo a nostro agio. Prendiamo dimestichezza con la forchetta-cucchiaio e con i bicchieri di design marchiati Oldani e subito un cameriere gentilissimo viene a prendere le nostre ordinazioni. Oltre al suddetto cameriere, lo stesso Oldani si recherà più volte presso il nostro tavolo per chiedere se tutto va bene e per invitarci a criticarlo apertamente qualora vi fosse qualche cosa non di nostro gradimento. Seee. E chi si osa?

Beviamo anche del vino, ma non posso dire quale, sennò l'admin mi cazzia.

Entrambi optiamo per il menù degustazione, ma prima non vogliamo certo farci mancare uno dei piatti più celebri del nostro Chef, ossia la Cipolla caramellata, Grana Padano Riserva D’O, caldo e freddo.
Che dire? Io lo definirei un piatto eccellente, davvero delizioso. Sublime la sfoglia, incredibile il contrasto e la contemporanea amalgama che si crea tra la cipolla ed il formaggio. Questo è senza dubbio il piatto che più ho apprezzato durante questo pranzo. Da cinema!

Partiamo con il menù degustazione e il cameriere, che descrive minuziosamente i piatti ad ogni portata, ci reca in tavola la "sfoglia d’uovo farcita, crescenza muffata, zafferano in salsa". Piatto ben riuscito e dal gusto innovativo ed originale. Piace, in particolare, il contrasto tra il sapore delicato dell’uovo, il piccante del formaggio e l’agro delle due palline di rapa in agrodolce adagiate in cima al piatto.

Eccoci al primo: "cachi, arabica amara, acciughe e pasta grattata". Nella mia personale classifica questo piatto si colloca al secondo posto. Squisito. La pasta grattata è una sorta di pastina, incorporata con formaggio grana e “spruzzata” con qualche striscia di polpa di caco, con una riduzione di caffè e con qualche tratto di spuma di acciuga. Una sorta di acquarello che crea un connubio olfattivo e gustativo sorprendente, considerati gli ingredienti così differenti tra loro.

Veniamo al secondo piatto: "cianfotta di topinambur, scorzonera, cavolo, polvere di zucca, cardi cremosi con seppia al tè". Un piatto complicatissimo, ma nell’insieme riuscito e molto molto gradevole. Stupisce la consistenza della seppia e l’accostamento con verdure dolci e amare e radici. Oldani, come negli altri piatti, gioca con i contrasti e crea un connubio sorprendentemente armonico.

Siamo al dessert, ovvero le "castagne setate, dolci e salate, panettone tostato, uvetta e finocchio all’eucalipto". Trovo assolutamente delizioso il panettone tostato, dolce e croccante, e molto delicata la crema fresca di castagne. Il contrasto, nel piatto, è certamente dato dal finocchio all’eucalipto e forse questo abbinamento è quello che mi convince meno, per la particolarità dell’aroma e del profumo del finocchio stesso, che recano una fragranza molto intensa al piatto.

Abbiamo terminato. Il conto ammonta complessivamente ad € 99,00. Da un lato la altissima qualità dei piatti, un ambiente molto accogliente pur senza essere particolarmente sofisticato e un servizio adeguatamente solerte e particolarmente gentile. Dall’altro la trafila per riuscire ad arrivarci. Tentiamo di prenotare già per la prossima volta ma le prenotazioni (per aprile) verranno prese solo a partire da dicembre. Per me ne vale la pena. Voi, come sempre, fate i vostri ragionamenti.

LOU BEQUET - Cogne (AO)


LOU BEQUET
Fraz. Cretaz,93
11012 Cogne (AO)
Tel. 0165/74651
www.loubequet.it


Il ristorante si trova in fraz. Cretaz, a circa 1 km dall’abitato di Cogne e si può pertanto raggiungere agevolmente mediante una passeggiata lungo la strada che costeggia i pratoni di Sant’Orso. Per chi non ha voglia di camminare (come suppongo, molti di voi), ci sono quattro o cinque posti auto nel parcheggino adiacente la baita che ospita il locale.
L’ambiente interno è molto caldo, in stile tipicamente montagnino. Circondano i tavoli, spaziosi, delle comode sedie in legno e delle panche rivestite con sedute imbottite. La nostra tavola, al cui centro è posto un vasetto con profumatissimi fiori di lavanda, è elegantemente apparecchiata: tovaglie bianche e sottotovaglie a quadrettini rossi, sottopiatti in legno.
La temperatura interna, a dire il vero, è quantomeno elevata. Adatta per l’amico Dave Bandana.

Siamo in sei adulti più due bimbe, che però non consumeranno nulla per cena e neppure  romperanno i marroni più di tanto. Una gentile cameriera ci porta i menu e ci fa prendere visione dei piatti del giorno, annotati in gessetto su di una grande lavagna posta proprio di fronte al nostro tavolo. Contestualmente ci serve un’amuse bouche costituita da una creme fraiche alle erbe, freschissima, da consumare spalmata su su fettine di pane casareccio molto gradevole. Crema e pane verranno immediatamente sostituiti non appena consumati.
Partenza validissima.

Ordiniamo due bottiglie di vino, una di bianco ed una di rosso, ma il regolamento mi impedisce di dire di che bottiglie si tratta: se vi interessa sapere che vino è, scrivetemi in privato.

Partiamo con l’ordinazione di sei antipasti. Io opto per l’angus marinato ai porcini con mozzarella di bufala. Il piatto è piacevole, la marinatura ai porcini risulta davvero particolare poiché conferisce alla carne, tagliata a fettine sottili ed appoggiata su un letto di misticanza, una profumazione intensa e delicata allo stesso tempo. Non comprendo del tutto, invece, la presenza della mozzarella – pur di per sé buona – che secondo me non si abbina del tutto correttamente al resto del piatto. Gli altri antipasti sono il c.d. piatto del cacciatore (un misto di salumi e foie gras) ed un’insalatina tiepida di coniglio con vinaigrette  di ciliege.

Come primo, scelgo le pappardelle al caffè con porcini. Piatto decisamente valido: il leggerissimo retrogusto al caffè lega perfettamente la pasta fresca, fatta in casa, con il sugo ai porcini. I miei commensali scelgono chi una classica zuppa di cipolle, chi i ravioli di toma e polenta su vellutata di baccalà e chi, infine, i malfatti ai carciofi freschi e crema di olive taggiasche. Soprattutto quest’ ultimo piatto riscuote notevole successo.

Come secondo ordiniamo tre bistecche di angus irlandese alla griglia con asparagi e salsa al dragoncello. La cotoletta, non molto spessa, risulta tenera e gustosa. Perfetto l’abbinamento con la salsa al dragoncello, servita a parte in una mini lattiera di porcellana, e con gli asparagi (due bianchi e due verdi). Qualche piccola patatina arrosto completa il piatto, che complessivamente ci soddisfa ampiamente.

Concludiamo con cinque desserts. La mia scelta cade sulla torta della casa con mele caramellate, sfoglia e cannella. Si tratta, sostanzialmente, di una versione della tarte tatin, servita tiepida ed accompagnata da una pallina di gelato alla vaniglia. Buona. Altri dolci serviti sono la crema di Cogne in quattro versioni (ottima) e una millefoglie alle fragole.

Il conto ammonta complessivamente ad € 243,50, per un esborso pro-capite pari ad € 41,00 circa. Direi che potete fare serenamente i vostri ragionamenti. 

I MELOGRANI - Nibionno (LC)


I MELOGRANI
Località California, 2
23895 Nibionno (LC)
Tel. 031/690912

 
Per festeggiare un’importante ricorrenza io e la mia gentile signora decidiamo di trascorrere il week-end presso il Relais La California di Nibionno e di cenare nell’annesso ristorante “I Melograni”, segnalato con tre forchette rosse sulla Guida Michelin. Il Relais, facilmente raggiungibile da Milano con una ventina di minuti di superstrada, si trova nel cuore della Brianza, in una zona collinare ed assolutamente tranquilla. E’ un’oasi di pace, circondata da giardini, alberi secolari, siepi e prati all’inglese. Dopo il relax presso la piscina e la spa dell’hotel è tempo di dedicarci alla cena, che si affronta ovviamente nelle condizioni migliori: rilassatezza assoluta e nessun timore di etilometri vari, poiché dopo ci attende un confortevole letto a pochi metri dal tavolo di cena. Dopo una calda e limpida giornata, la serata è molto gradevole, contrassegnata da una leggera brezza che però non infastidisce in alcun modo. Veniamo fatti accomodare all’aperto, così come tutti gli altri commensali. I tavoli sono posti in un’area adiacente la sala da pranzo ed un giardino, sotto un pergolato. La mise en place è ineccepibile: tovaglie color panna, posateria e bicchieri di ottima fattura. Il personale (così come quello del Relais) è accogliente, cordiale e per nulla invadente. Il servizio risulterà adeguatamente celere.

Ci viene subito portato, come amuse–bouche una pallina di caprino vaccino ai pistacchi, con riduzione di aceto balsamico, accompagnata da un calice di qualcosa, che gradiamo.
La cena verrà accompagnata da una bottiglia di vino. Ma non chiedetemi di più.

Solo il menu assegnato al sottoscritto contiene l’indicazione dei prezzi.

Antipasti.
Ordiniamo una crema di melanzane con tartare di gamberi e crostini al nero di seppia che si rivela davvero ottima ed originale: freschissimo il pesce, croccanti ed azzeccati in abbinamento i crostini, il tutto si amalgama perfettamente con la crema tiepida di melanzane posta alla base. Il piatto viene servito all’interno di una coppa a V di vetro, tipo Martini e scenicamente risulta d’effetto.
La madama ordina invece una parmigiana di melanzane con taleggio d.o.p., servita dentro una cocotte di porcellana, che ottiene un buon riscontro: il piatto è molto saporito, a temperatura corretta e risulta anch’esso originale. Antipasti promossi.

Primi.
La scelta ricade, per quanto riguarda il sottoscritto, su delle tagliatelle al nero di seppia con pomodori pachino e calamaretti. Questo primo risulta sufficiente senza però riscuotere la mia approvazione assoluta: è probabilmente un piatto piuttosto anonimo, senza picchi di inventiva (come ad esempio negli antipasti) e senza lasciare ricordi indelebili al gusto. E’ una portata gradevole e nulla più.
Carolina sceglie i ravioli ripieni di polipo affogati in crema di peperoni: il piatto non entusiasma in quanto piuttosto sciapo, o meglio complessivamente forse troppo dolce. Il sapore della crema risulta preponderante rispetto al ripieno. Anche i ravioli non risultano certo sgradevoli, ma, comunque sia, dai primi ci aspettavamo decisamente di più.

Quasi sazi, decidiamo di non ordinare il secondo e di scegliere invece la “Gran selezione di formaggi locali con composta di frutta, verdure e miele”. I formaggi sono deliziosi e l’abbinamento con le composte è azzeccato e piacevole.
Per concludere in bellezza non possiamo farci mancare il dessert. La mia scelta ricade sulle “Dolci note”, una composizione di assaggi a cura dello chef, tra cui spiccano un gelato al frutto della passione, una mini porzione di bavarese ai frutti bosco e una crema al caffè. La mia signora ordina invece la “Sinfonia di cioccolato”, una selezioni di dolci al gianduia, fondente, bianco, ecc. Entrambi i dessert sono graditi ed apprezzati.
E’ l’ora del conto. Sono complessivamente € 161,00, una discreta patella, ma preventivata: in un locale come questo inevitabilmente si finisce per pagare anche il posto. Una splendida location e un’atmosfera di pace e benessere. Si vi capita di passare da quelle parti o se volete cercare un po’ di relax in Brianza, è il posto che fa per voi.