PASTA MADRE
Via Bernardino Corio,8
20135 Milano
Tel. 02-55190020
Questo
piccolo ristorante si trova in via Bernardino Corio, nella zona di Porta
Romana, ricca di locali e molto frequentata nei fine settimana. Difficile
trovare posteggio in strada nelle vicinanze del ristorante, se non per un
clamoroso colpo di culo che noi non abbiamo, per cui senza indugio ci rifugiamo
in un parking a pagamento nella vicina via Papi (Nb il parking costa una
discreta schioppettata).
Siamo
in sei ed abbiamo prenotato con un certo margine di anticipo (sette/otto
giorni) giacché da Pasta Madre non è così semplice trovare un tavolo, tanto più
per un numero di commensali quali il nostro.
Ci
accomodiamo, assistiti da un tizio piuttosto gentile che ci seguirà –
unitamente ad altri due – per tutta la serata. Non so se si tratti dei
proprietari (sono tutti in abiti “civili”), in ogni caso si mostreranno disponibili,
simpatici e professionali.
Il
servizio non è velocissimo, a dire il vero, ma a noi sta bene così, in quanto
vogliamo trascorrere l’intera serata qui, cazzeggiando e chiacchierando del più
e del meno. Così sarà, poiché nessuno ci mette fretta e godiamo della cena e
del dopo cena con il giusto relax.
Il
locale dispone, approssimativamente di una trentina di coperti; l’arredamento è
prevalentemente in legno, carino ed elegante. Molto bello, in
particolare, il reparto bancone-cassa; il soffitto è composto da tubolari in
cartone. Tavoli quadrati ed eleganti, tovaglie bianche, stoviglieria classica e
sedie, ahimè, decisamente troppo strette.
Chi
ha il culone grosso ha senz’altro dei problemi a star seduto qui per tutta la
sera.
La
filosofia del locale è impostata su una cucina prevalentemente mediterranea
(siciliana, più che altro) e, come suggerisce anche il nome stesso del
ristorante, sull’uso di prodotti biologici, o meglio, naturali. Normalmente
queste robe da gastro-fighetti modaioli mi stanno fortemente sulle palle, ma se
il cibo è buono, perché non provare? Tra l’altro, la pasta fresca viene
preparata giornalmente dal laboratorio annesso, così come i (deliziosi)
prodotti di pasticceria.
Veniamo
alle ordinazioni.
Accompagniamo
la cena con due bottiglie di una bevanda alcoolica ottenuta dalla fermentazione
del frutto della vite, di cui però, per regolamento, non posso dire di più. Le
ragazze preferiscono iniziare con un paio di bicchieri di quell’altra bevanda
alcoolica, solitamente di colore giallo, prodotta grazie alla fermentazione di
quel cereale denominato malto.
Tutti
scegliamo due portate principali (oltre al successivo dessert), chi antipasto e
primo, chi antipasto e secondo e chi, come il sottoscritto, un primo ed un
secondo. Personalmente, con la scusa che devo recensire il locale, assaggio un
po’ tutti i piatti.
Gli
antipasti sono due insalate di carciofi
crudi con gamberi rossi di Mazara e crusco croccante di Senise, un’insalata di puntarelle e alici e due
sformati di ricotta fresca con cime di
rapa. Sicuramente da segnalare, tra i suddetti antipasti, le insalate con i
gamberi, freschissimi e dal sapore eccellente.
Come
primo scegliamo (in quattro) gli spaghettoni
con sarde alla palermitana, che si rivelano davvero ottimi: perfetta la
cottura della pasta, eccellente l’amalgama con il sugo, composto anche da
pinoli, uvetta e pane grattato. Non avevo mai assaggiato questo piatto e debbo
dire che l’ho trovato davvero molto interessante e ben fatto.
I
secondi sono un piatto di sardine in
saor (buone) e due di polpette di
baccalà, con un’insalata di arance e finocchi. Le polpette sono molto
buone: ben croccanti e dorate esternamente, morbide e saporite internamente.
L’insalatina avrebbe bisogno di un po’ di condimento in più.
Concludiamo
con il dessert (cinque su sei). Ci viene comunicato, purtroppo, che alcune
portate non sono più disponibili, per cui ci orientiamo sulla millefoglie classica e un crumble di mele con gelato alla cannella.
Il millefoglie, con i lamponi, è buonissimo: fresco, profumato, davvero ben
fatto.
In
due accompagniamo il dolce con un bicchierino di un’altra bevanda alcoolica,
ottenuta sempre dal frutto della vite, però appassito. Tanto vi basti.
Dopo
i caffè ci dilunghiamo nelle chiacchiere per qualche minuto ancora e si fa
davvero tardi; nel frattempo il ristorante ha pressoché completato il doppio turno
e noi siamo gli unici ospiti presenti sin dall’inizio della serata. Chiediamo
il conto, che ammonta complessivamente ad € 278,00, ovvero circa € 46,00
cadauno. Non posso dire se per me è troppo o poco, oppure giusto. Fate come
sempre i vostri ragionamenti. A me personalmente il locale è piaciuto, anche se
ho saputo di altri che hanno imbroccato forse una serata storta dello chef.