mercoledì 29 gennaio 2014

PASTA MADRE - Milano


PASTA MADRE
Via Bernardino Corio,8
20135 Milano
Tel. 02-55190020


Questo piccolo ristorante si trova in via Bernardino Corio, nella zona di Porta Romana, ricca di locali e molto frequentata nei fine settimana. Difficile trovare posteggio in strada nelle vicinanze del ristorante, se non per un clamoroso colpo di culo che noi non abbiamo, per cui senza indugio ci rifugiamo in un parking a pagamento nella vicina via Papi (Nb il parking costa una discreta schioppettata).
Siamo in sei ed abbiamo prenotato con un certo margine di anticipo (sette/otto giorni) giacché da Pasta Madre non è così semplice trovare un tavolo, tanto più per un numero di commensali quali il nostro.
Ci accomodiamo, assistiti da un tizio piuttosto gentile che ci seguirà – unitamente ad altri due – per tutta la serata. Non so se si tratti dei proprietari (sono tutti in abiti “civili”), in ogni caso si mostreranno disponibili, simpatici e professionali.
Il servizio non è velocissimo, a dire il vero, ma a noi sta bene così, in quanto vogliamo trascorrere l’intera serata qui, cazzeggiando e chiacchierando del più e del meno. Così sarà, poiché nessuno ci mette fretta e godiamo della cena e del dopo cena con il giusto relax.
Il locale dispone, approssimativamente di una trentina di coperti; l’arredamento è prevalentemente in legno, carino ed elegante. Molto bello, in particolare, il reparto bancone-cassa; il soffitto è composto da tubolari in cartone. Tavoli quadrati ed eleganti, tovaglie bianche, stoviglieria classica e sedie, ahimè, decisamente troppo strette.
Chi ha il culone grosso ha senz’altro dei problemi a star seduto qui per tutta la sera.
La filosofia del locale è impostata su una cucina prevalentemente mediterranea (siciliana, più che altro) e, come suggerisce anche il nome stesso del ristorante, sull’uso di prodotti biologici, o meglio, naturali. Normalmente queste robe da gastro-fighetti modaioli mi stanno fortemente sulle palle, ma se il cibo è buono, perché non provare? Tra l’altro, la pasta fresca viene preparata giornalmente dal laboratorio annesso, così come i (deliziosi) prodotti di pasticceria.
Veniamo alle ordinazioni.
Accompagniamo la cena con due bottiglie di una bevanda alcoolica ottenuta dalla fermentazione del frutto della vite, di cui però, per regolamento, non posso dire di più. Le ragazze preferiscono iniziare con un paio di bicchieri di quell’altra bevanda alcoolica, solitamente di colore giallo, prodotta grazie alla fermentazione di quel cereale denominato malto.
Tutti scegliamo due portate principali (oltre al successivo dessert), chi antipasto e primo, chi antipasto e secondo e chi, come il sottoscritto, un primo ed un secondo. Personalmente, con la scusa che devo recensire il locale, assaggio un po’ tutti i piatti.
Gli antipasti sono due insalate di carciofi crudi con gamberi rossi di Mazara e crusco croccante di Senise, un’insalata di puntarelle e alici e due sformati di ricotta fresca con cime di rapa. Sicuramente da segnalare, tra i suddetti antipasti, le insalate con i gamberi, freschissimi e dal sapore eccellente.
Come primo scegliamo (in quattro) gli spaghettoni con sarde alla palermitana, che si rivelano davvero ottimi: perfetta la cottura della pasta, eccellente l’amalgama con il sugo, composto anche da pinoli, uvetta e pane grattato. Non avevo mai assaggiato questo piatto e debbo dire che l’ho trovato davvero molto interessante e ben fatto.
I secondi sono un piatto di sardine in saor (buone) e due di polpette di baccalà, con un’insalata di arance e finocchi. Le polpette sono molto buone: ben croccanti e dorate esternamente, morbide e saporite internamente. L’insalatina avrebbe bisogno di un po’ di condimento in più.
Concludiamo con il dessert (cinque su sei). Ci viene comunicato, purtroppo, che alcune portate non sono più disponibili, per cui ci orientiamo sulla millefoglie classica e un crumble di mele con gelato alla cannella. Il millefoglie, con i lamponi, è buonissimo: fresco, profumato, davvero ben fatto.
In due accompagniamo il dolce con un bicchierino di un’altra bevanda alcoolica, ottenuta sempre dal frutto della vite, però appassito. Tanto vi basti.
Dopo i caffè ci dilunghiamo nelle chiacchiere per qualche minuto ancora e si fa davvero tardi; nel frattempo il ristorante ha pressoché completato il doppio turno e noi siamo gli unici ospiti presenti sin dall’inizio della serata. Chiediamo il conto, che ammonta complessivamente ad € 278,00, ovvero circa € 46,00 cadauno. Non posso dire se per me è troppo o poco, oppure giusto. Fate come sempre i vostri ragionamenti. A me personalmente il locale è piaciuto, anche se ho saputo di altri che hanno imbroccato forse una serata storta dello chef. 

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